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LE MIE IDEE SUL PIEMONTE

Periferie, famiglia, welfare, commercio, eventi:
si può fare di più

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Sanità, il paziente al centro

La sanità piemontese può vantare tanti punti di forza, ma, come ogni cosa, ha ancora margini di sviluppo e di crescita. Le idee possono essere tante, ma la mia idea è quella di mettere al centro il paziente. Non solo al centro delle cure, ma anche al centro del cambiamento e della crescita della sanità piemontese. Per farlo è necessario creare i presupposti affinché sia il cittadino a tracciare la strada attraverso la costruzione di un sistema di accoglienza più efficiente e un follow-up che permetta al paziente di esprimere il suo parere e i suoi suggerimenti a partire da un questionario post prestazione, fino all’utilizzo di altri strumenti di monitoraggio.

Continua L’implementazione degli strumenti online può permettere un notevole salto di qualità della nostra sanità, sia in termini qualitativi che quantitativi. Un esempio può essere quello della creazione di sportelli online dei consultori ginecologici che coinvolgano operatori sanitari, ostetriche e assistenti sociali per sensibilizzare e aiutare i più giovani sul tema della sessualità. Gli strumenti digitali possono anche aiutare ad alleggerire la pressione sulle strutture. Innanzi tutto, creando un sistema automatico di reminder, che ricordi gli appuntamenti prenotati così da ridurre il numero di visite perse, ma anche ideando un Help Desk digitale finalizzato a sostenere online le prime visite. Questo garantirebbe un minor peso sulle strutture e una profilazione più snella ed efficace. La sanità, però, non si basa sugli ospedali. Il nostro tessuto regionale è costellato di servizi sul territorio (consultori, ambulatori per la prevenzione, …) che funzionano e che possono essere implementati per rendere la sanità più vicina ai cittadini.

Periferie: hanno dei problemi, sono una risorsa

Le periferie sono una risorsa, non un problema, ed anche quando esprimono delle difficoltà occorre avvicinarsi ad esse ed impegnarsi per trovare soluzioni che possano far fiorire ulteriormente il loro potenziale.
Se seguite, valorizzate, e ben gestite, possono diventare luogo di riferimento per la comunità: l’obiettivo è continuare la lotta al degrado e individuare tutte le peculiarità di ogni periferia, di ogni comunità e di ogni comune e valorizzarle, così che creino un ulteriore valore.

Continua Ogni luogo del Piemonte ha punti di forza, ma anche sue potenzialità inespresse, occorre avere l’attenzione di considerarle specificamente ed individualmente. L’Amministrazione regionale deve continuare a scendere nel dettaglio e di affrontare i problemi nel merito. 
Valorizzando le specificità di ogni zona del Piemonte, tutta la cittadinanza si può sentire forte, libera e capace di partecipare al cambiamento all’interno del più puro spirito di comunità che ha sempre contraddistinto la mia regione. 

Aiutiamo le famiglie in difficoltà

Conosco personalmente la fatica e le difficoltà insite nella necessità di prendersi cura di una persona malata, bisognosa, non autosufficiente, che sia essa giovane o anziana. Questo gravoso impegno che molte, moltissime famiglie sostengono come naturale concretizzazione del loro amore, non deve creare alibi alle istituzioni, che quindi non devono sentirsi sollevate dal loro onere: i servizi sociali devono essere presenti ed accoglienti, i diritti devono essere rispettati con puntualità e le opportunità a disposizione dei cittadini devono essere proposte con chiarezza, e fruibili senza sfiancanti procedure burocratiche.

Continua Il centro del mio impegno vuole essere attenzione per le fasce più deboli, le famiglie numerose e con redditi medio-bassi perché queste, se aiutate, rispondono con un margine di miglioramento tanto significativo da creare un valore aggiunto per la nostra comunità: l’amministrazione uscente ha lavorato molto in tal senso, ottenendo ottimi risultati. Quindi il lavoro va continuato affinché i più deboli non siano lasciati indietro e messi nelle condizioni di offrire il loro contributo alla società.
Al giorno d’oggi, purtroppo, le famiglie sono impegnate nel compito primario del mantenimento e del sostentamento dei propri figli. Si fa importante l’azione in supporto della comunità, affinché si rafforzi e completi l’impegno educativo e formativo che la famiglia è in grado di offrire nella loro gestione. Per ricostruire questo ruolo o per affiancare in questo percorso i genitori è necessario che le istituzioni continuino a migliorare servizi specifici: sostegno alla genitorialità, formazione e divulgazione per i ragazzi, opportunità per il doposcuola e il tempo libero, sostegno alle Associazioni che offrono attività e aggregazione.

Coinvolgere i giovani per accendere il loro entusiasmo

Per costruire una regione a misura di giovani è necessario costruirla insieme a loro. L’entusiasmo innato dei giovani non va disperso, bensì canalizzato e stimolato.
I giovani hanno motivazioni enormi che occorre ascoltare, perché possono essere la chiave per accendere il loro slancio creativo.
Solo offrendo loro attenzione e rendendoli partecipi della comunità possiamo trovare risposte ai loro dubbi, e soluzioni alle loro esigenze.

Continua I giovani non possono stare ai margini della società, per diventare preda di comportamenti e abitudini non utili. Vanno accompagnati, spiegando loro i rischi e offrendo loro nel contempo opportunità di crescita, suggerendo impegno nel sociale e nel volontariato; invitandoli in esperienze in enti pubblici e aziende private; favorendo conoscenze in Italia e all’estero.
I primi obiettivi delle politiche giovanili sono la formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro.
Occorre saldare o attivare sinergie tra pubblico, privato e terzo settore. Tre sensibilità diverse che, insieme, possono tendere al raggiungimento di questo importante obiettivo.

Dove c’è commercio di vicinato c’è sicurezza, attenzione, sviluppo

Il mio impegno sarà volto a valorizzare e difendere il commercio di vicinato, sia per il suo ruolo nella comunità, sia perché rappresenta la fonte di lavoro per tante famiglie.
Per molti anni mi sono occupata di commercio e di vendita: conosco le difficoltà dei commercianti. Il commercio al dettaglio è il centro nevralgico, il cuore pulsante tanto di un quartiere quanto di un comune piccolo o grande che sia. Inoltre, è un elemento di coesione sociale che va difeso e protetto, sia attraverso iniziative per evitare che i negozi chiudano, sia per tutelarne l’attività dal pericolo della microcriminalità. Dove vi sono negozi, vi sono anche luci, movimento, sicurezza.

Continua Aprire centri commerciali come strumento di riqualificazione non è sempre la strada giusta: bisogna avere il coraggio di perseguire una maggiore tutela delle attività commerciali di vicinato, con una concertazione differente a livello locale e comunale. Non esiste una sola periferia, esistono invece tante realtà all’interno della periferia stessa e i bisogni, spesso, sono profondamente differenti. Il compito dell’Amministrazione non è generalizzare, ma scendere nel merito.
Inoltre, se vogliamo permetterci questa digressione, il commercio si valorizza anche attraverso politiche integrate su dinamiche che coinvolgono più temi, per esempio l’ambiente: bene solleticare la sensibilità ambientale attraverso l’impegno e la diffusione degli orti urbani, ma è altrettanto necessario sensibilizzare ad una maggiore coscienza d’acquisto consapevole (filiera corta, tracciabilità, km zero).

Continuare a combattere il degrado per offrire speranze alle persone

Vivere e passeggiare in un ambiente degradato, in cui ci sono sporcizia e trascuratezza, scoraggia le persone dall’immaginare e dal perseguire una condizione migliore per sé e per le proprie famiglie. Chi, per esempio, entra in un parco o in un giardino degradato, sicuramente non sorride.
La regione merita di continuare il percorso di riqualificazione intrapreso in questi anni, perché i cittadini che la abitano meritano attenzione.
Il Piemonte deve portarci ad essere orgogliosi, perché noi si possa, come vorremmo, essere Innamòrati del Piemonte, perché il Piemonte siamo noi.

Continua La nostra regione ha innumerevoli aree per le quali occorrerà progettare azioni di recupero. Molte di queste sono state attuate in questi ultimi anni e altre sono allo studio per essere migliorate, rese più accoglienti, più vivibili e più raggiungibili. 
La vivibilità e il benessere di una regione passa inevitabilmente anche da qui: dalla rivalutazione e dalla rimessa a disposizione della comunità di aree e parchi.

Trasporti e viabilità: rinnovamento intelligente, senza estremismi

I tempi di oggi obbligano a pensare una nuova mobilità. Sia per le nuove esigenze dei cittadini, ma anche per un discorso di sostenibilità e inquinamento. In nessuno dei due casi bisogna cedere agli estremismi, ma piuttosto ripensare e continuare ad agevolare una mobilità attenta all’ambiente, facilmente usufruibile e intelligente nella sua realizzazione.

Continua Negli ultimi anni la Regione Piemonte ha concentrato gli sforzi sul miglioramento dei trasporti. Basti pensare all’aiuto concreto dato ai cittadini con l’ultimo Bonus Trasporto Pubblico di 100 euro dato sotto forma di rimborso o di sconto per un abbonamento annuale ai diversi tipi di trasporto pubblico piemontesi (autobus, tram, metropolitana, treni e navigazione sul Lago Maggiore). Il rinnovamento dei mezzi e il perfezionamento logistico dei trasporti pubblici deve continuare, senza però demonizzare l’utilizzo delle automobili (sempre più tecnologiche e meno inquinanti). Nel passato abbiamo vissuto opere di demonizzazione delle automobili e del trasporto privato e questo spesso ha portato disagi, ritardi, ingorghi e quindi inquinamenti nelle zone periferiche dei grandi centri, senza peraltro portare grossi miglioramenti alla qualità dell’aria. Bisogna continuare a costruire e ad aggiornare la mobilità, ma con un approccio intelligente.

Eventi, un valore alla comunità

Rendere il Piemonte ancora più attrattivo è un obiettivo importante. La regione si rende viva sia attraendo turisti con un calendario di grandi eventi, sia grazie al grande patrimonio culturale, storico, enogastronomico e architettonico presente, sia presentando attività che coinvolgano alla partecipazione la cittadinanza; la proposta degli eventi non può fermarsi ai centri cittadini, ma deve contaminare tutto il territorio.

Continua Se si è in grado di decentrare le attività creando un circuito virtuoso di opportunità, allora le persone, i commercianti, gli imprenditori del territorio saranno maggiormente motivati a restituire valore alla comunità, e così tutti potranno apprezzare ancora e di più il luogo in cui vivono. Non si deve pensare che esistano eventi di serie A e di serie B: gli utenti sono tutti uguali e vanno egualmente sostenuti, sia che risiedano in un grande o in un piccolo comune.

Welfare, dall’assistenzialismo all’accompagnamento

Lo sviluppo dell’individualità delle persone è il primo punto su cui lavorare per fare crescere la città: è necessario aumentare il valore della dignità di ciascuno. C’è un posto giusto per ogni piemontese, anche per i meno fortunati, per gli stranieri, per chi ogni giorno vive l’emarginazione e il disagio.
Continua Ognuno merita di poter accedere agli strumenti utili per attivare la propria evoluzione, se conosce e riconosce il valore del rispetto per la comunità che lo integra. Migliorare la propria condizione deve essere un progetto realizzabile sul quale si devono avere le opportunità per insistere, non un’illusione o ancor peggio una chimera. Non è attraverso l’assistenzialismo che si ottengono i risultati (al di fuori dell’emergenza e delle necessità gravi e contingenti). Bisogna considerare di passare dall’assistenzialismo all’accompagnamento: questo vale per tutte le persone in difficoltà, per i poveri, ma anche per le persone con disabilità. Accompagnarle verso un cammino di piena realizzazione è il vero compito per il quale la comunità, e l’Amministrazione in sua vece, si devono impegnare.
Nel mio impegno amministrativo mi occuperò delle piccole realtà perché, valorizzandole e mettendole insieme, si ottengono sicuramente grandi risultati.
La sussidiarietà circolare è determinante per lavorare sulla progettualità della città: le potenzialità che impresa, pubblico e Terzo Settore possono mettere insieme per costruire una società migliore sono necessarie per gettare le basi dello sviluppo di Torino. La sinergia tra questi tre settori esprime le forze migliori della società.
Se permettiamo alle persone di amarsi, queste ameranno anche la propria comunità.

Coinvolgimento è partecipazione

L’amministrazione deve essere vicina, ma non solo in senso fisico: deve essere un punto di riferimento facile, pronto, utile ed esaustivo. Questa è la vera chiave di volta per un reale cambiamento nella percezione che i piemontesi hanno delle istituzioni.
Le istituzioni devono offrire una comunicazione più efficace ed incisiva per catalizzare l’attenzione, coinvolgere, ed essere in grado di dare speranza. Il cittadino deve avere fiducia nella possibilità di affidarsi alle istituzioni, e non incagliarsi in inutili e snervanti iter burocratici. Ottenere questo cambiamento è compito primario degli Enti Locali. Le istituzioni per prime devono creare il senso di comunità, solo cosi il cittadino si percepirà facente parte della stessa.

Famiglia, la cellula fondamentale della società

Da sempre la famiglia occupa un posto centrale all’interno della società, ma in questi anni cerca di reggere a una cultura che la vuole in crisi, in via di estinzione: forma superata, chiusa, non adeguata al nuovo millennio. Nonostante i rapidi e radicali cambiamenti essa continua a rimanere il punto di riferimento e la principale risorsa per la vita della società.

Continua In questo momento di difficoltà economica è importante sostenere i percorsi di vita delle famiglie con misure economiche atte ad assicurare il sostegno del reddito familiare (trasferimenti monetari, politiche fiscali), prevedere che parte delle funzioni familiari siano svolte da servizi ed istituzioni non familiari (asili nido o ricoveri per anziani) ed infine servizi destinati alla formazione, promozione e sviluppo della vita familiare (consultori e servizi educativi, forme associative familiari). Le politiche familiari rientrano nel gruppo delle politiche sociali, ma non devono essere considerate come politiche assistenziali, dirette solo a sanare situazioni di bisogno, ma al contrario devono essere politiche promozionali, aventi l’obiettivo di promuovere il benessere della famiglia e di tutti i suoi componenti. Occorre passare da politiche indirette a politiche dirette, per favorire sia le tutele giuridiche della famiglia, sia la sua promozione come soggetto di primario interesse pubblico, per la rilevanza delle funzioni sociali che essa svolge. La famiglia deve recuperare unità e centralità all’interno dell’attuale società.

Associazionismo: solidarietà, partecipazione e sussidiarietà

Il Terzo Settore in Italia rappresenta quella rete di associazioni dove milioni di cittadini sono attivamente impegnati in opere di volontariato. Molte e variegate sono le realtà associative che ad esso appartengono, diverse per storia, per progetti, per costituzione, per obiettivi, ma tutte caratterizzate da principi comuni: in primis l’assenza di scopo di lucro (l’essere non profit), la capacità di coinvolgere, a titolo gratuito e volontario, le persone, essere nate dall’iniziativa spontanea ed autonoma dei cittadini, per una finalità sociale di grande rilievo e diventare strumenti attivi di partecipazione dei cittadini alla vita economica e sociale delle proprie comunità.

Continua Alla luce di ciò le associazioni diventano il motore della partecipazione, il veicolo della solidarietà e della responsabilità comune verso gli altri.

Se per un momento ipotizziamo di eliminare da una città, tutta quella grande rete di associazioni attive in vari settori: artistico, scientifico ambientalistico ed ecologico, per la protezione degli animali, letterario, sportivo culturale, musicale, storico, teatrale, di mutuo soccorso, religioso, di assistenza, che come si vede è la parte più viva e più attiva della società: la città diverrebbe triste, difficile da vivere, più complessa da governare.

Le organizzazioni di volontariato svolgono un preciso ruolo politico e di impegno civico. Nel rapporto con le istituzioni pubbliche le organizzazioni di volontariato rifiutano un ruolo di supplenza, infatti le istituzioni devono cooperare e supportare il mondo delle associazioni, senza mai però utilizzarle in sostituzione di servizi, la cui responsabilità primaria della risposta spetta alle istituzioni stesse